L’impianto elettrico è costituito da diversi elementi e da una dotazione variabile in base alla superficie dell’abitazione. Solitamente dai 3kW per utenze domestiche medie, ai 6kW su richiesta per utenze destinate a servire superfici più ampie con molti punti luce e alti consumi. Gli impianti sono regolati dalla norma Cei 64-8 e dalla variante V3 del 2011, che determina i limiti minimi di prestazione per gli impianti elettrici di recente installazione. Tra le caratteristiche fondamentali di un nuovo impianto elettrico c’è la presenza di un interruttore generale con funzioni di sistema di emergenza, la sfilabilità dei cavi, la sezione del montante di collegamento tra contatore e centralino (maggiore o uguale a 6 mm2). I quadri elettrici devono essere dimensionati con il 15% minimo di riserva per capienza modulare, mentre il conduttore di protezione PE deve arrivare nel quadro elettrico generale. I centralini devono inoltre essere provvisti di interruttori megnetotermici e di un interruttore differenziale “salvavita”. Gli ultimi modelli di centralini sono più grandi rispetto alle vecchie tipologie e sono composti da un interruttore generale e almeno due interruttori differenziali.
L‘impianto elettrico domestico può essere dotato di tre tipi di circuiti:
- a 16 Ampere per le prese
- a 10 Ampere per le luci e un circuito per l’alimentazione
- a 12V per i circuiti di chiamata
Le prese devono essere installate sul muro a 30 cm dal pavimento e gli interruttori a 110 cm.
Il costo di un impianto elettrico è di circa 50/60 euro per ogni punto luce installato, compreso il prezzo per tubi corrugati, materiali, quadri elettrici e manodopera.
Per la creazione o l'ammodernamento dell'impianto bisogna sempre affidarsi ad un professionista che esegue i necessari interventi nel rispetto delle norme per garantire la sicurezza dei locali e rilascia la necessaria certificazione dell'impianto.