L'impianto elettrico di una struttura deve garantire a chi vi abita o lavora la sicurezza e i comfort necessari. Per avere un impianto elettrico a norma, questo deve essere certificato dalla dichiarazione di conformità che è regolata dal Decreto Ministeriale 37/2008. Con il certificato di conformità il nostro impianto rispetta le caratteristiche richieste dal CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Il DM 37/2008 non impone di mettere a norma gli impianti esistenti prima dello stesso decreto (27 marzo del 2008), ma regola le procedure da attuare sui nuovi impianti e su eventuali modifiche a quelli già esistenti. La dichiarazione di conformità può essere rilasciata da persone abilitate ed iscritte al registro delle imprese.
Questi professionisti sono tecnici i cui requisiti vengono verificati dalla Camera di Commercio.
La dichiarazione di conformità è un documento che certifica che l’impianto sia a norma di legge. Il professionista che la rilascia, si assume la responsabilità di quanto dichiarato nello stesso documento.
Gli impianti precedenti al DM 37/2008 devono essere conformi alle discipline che li regolavano e, qualora il proprietario abbia smarrito il certificato di conformità, può richiedere la DIRI (Dichiarazione di Rispondenza) che può essere rilasciata da un impiantista oppure dal tecnico di un'impresa abilitata (entrambi con una esperienza di 5 anni).
Vediamo gli elementi fondamentali per ottenere la dichiarazione di conformità nelle abitazioni e avere un impianto elettrico a norma.
Secondo il DM 37/2008, nell'impianto elettrico non possono intervenire persone non competenti e non è ammesso il “fai da te”. Per questi casi sono previste sanzioni amministrative fino a 10.000,00 euro e anche, nel caso che un guasto crei dei danni a terzi, sanzioni penali per chi ha eseguito il lavoro e per chi lo ha reclutato. I tecnici competenti devono lavorare per conto di un'impresa correttamente registrata per la certificazione di conformità.
Un impianto a norma deve necessariamente avere il salvavita. Questo strumento, chiamato anche interruttore differenziale, protegge le persone e le abitazioni da incendi e scosse elettriche. In caso di folgorazione e dispersione elettrica il salvavita entra in funzione bloccando l'emissione di energia. Ne esistono diversi tipi. Altra caratteristica di un impianto a norma è l'interruttore magnetotermico, in cui la parte magnetica protegge le persone dal cortocircuito mentre la parte termica dalla sovracorrente.
La protezione è un'altra caratteristica di cui necessità un impianto che rispetta il DM 37/2008. La struttura dev'essere protetta dalle caratteristiche che l'ambiente circostante presenta, come il sole, l'umidità, la polvere. Quindi dev'essere protetto da contatti diretti ed indiretti. Le parti attive dell'impianto devo essere correttamente isolate e bisogna sostituire gli elementi prima del loro malfunzionamento.
Anche i cavi comportano l'idoneità dell'impianto o meno. Questi varieranno in base alla potenza erogata nell'abitazione.
Bisogna poi regolare l'afflusso di energia suddividendo l'impianto. Con la suddivisione dell'impianto, in caso di un qualsiasi problema, è possibile isolare la parte che non funziona bene. Se vi è un incendio per cortocircuito, ad esempio, possiamo isolare la parte dove si è scatenato il corto dato che l'impianto è suddiviso.
Non può mancare la messa a terra, chiamata anche messa a massa, è il dispositivo che consente di disperdere a terra l'energia elettrica che fuoriesce dall'impianto. Per funzionare correttamente dev'essere affiancato dal salvavita (e vediamo che entrambi sono elementi indispensabili per la certificazione).
Classificazione
La nuova classificazione dell’impianto elettrico si divide in:
- Livello Base
- Livello Standard
- Livello Domotico
È questa la nuova classificazione degli impianti elettrici domestici, nella quale trovano immediata applicazione i contenuti altamente innovativi presenti nella Variante alla Norma CEI 64-8, di riferimento per gli impianti elettrici. Tale classificazione degli impianti elettrici in 3 livelli descrive ciò che gli utenti potranno scegliere nel momento in cui, rivolgendosi a un installatore di impianti elettrici, decidano di installare un nuovo impianto oppure di rinnovarlo.
L’utente finale potrà d’ora in poi chiedere all’installatore la realizzazione dell’impianto elettrico sia di livello 1, 2 o 3, dove il livello 1 individua la configurazione minima che dovrà avere un impianto purché possa essere considerato a norma. I livelli superiori 2 e 3 aumentano le prestazioni dell’impianto e quindi la sua fruibilità, adeguandola sia alle necessità degli utenti sia alla morfologia dell’ambiente.
Livello 1 - Base
Ideato a misura di chi fa dell’impianto elettrico un uso essenziale, senza per questo rinunciare a sicurezza ed efficienza. Installare in casa un impianto di Livello 1 vuol dire preservare in maniera sostanziale l’abitazione dal rischio di incidenti domestici dovuti al malfunzionamento dell’impianto elettrico.
Livello 2 - Standard
Prevede un aumento della dotazione e dei componenti rispetto al livello 1, alcuni servizi ausiliari, quali il videocitofono, l’anti-intrusione e il sistema di controllo carichi. Quest’ultimo serve per ridurre i consumi energetici e ottimizzare l’uso di energia elettrica. Preservando la casa da minacce esterne, i videocitofoni ed i sistemi anti-intrusione sono dotazioni obbligatorie in un impianto di livello 2 che, oltre ad aumentare i numeri di punti prese, punti luce e interruttori differenziali, permette alla casa di essere più attenta ai consumi e ancora più sicura.
Livello 3 - Domotico
Oltre a prevedere un ulteriore aumento delle dotazioni rispetto al livello 2, il livello 3 deve poter gestire almeno 4 funzioni domotiche quali, ad esempio, l’anti-intrusione, il controllo carichi, la gestione comando luci, la gestione temperatura, la gestione scenari, il controllo remoto, il sistema diffusione sonora, la rilevazione incendio, il sistema antiallagamento e/o la rilevazione gas. L’impianto elettrico di livello 3 è concepito specificamente per chi considera la tecnologia una componente importante di ottimizzazione della vita domestica. A beneficiarne è anche ovviamente il risparmio energetico all’interno dell’abitazione.